«Prendi ora questo Anello, perché le tue fatiche e le tue preoccupazioni saranno gravi, ma in tutte esso ti sosterrà e ti difenderà dalla prostrazione. Questo infatti è l'Anello del Fuoco e chissà che con esso tu non riesca a riaccendere i cuori al valore di un tempo, in un mondo che va raggelandosi.»
Il Silmarillion, 1977
Febbraio. Mese cortissimo ma newsletter fitta fitta: vi aspettano un’esclusiva intervista al produttore e regista emergente Andrea Gastopoulos e ben 8 bandi di scrittura in scadenza.
Uno di questi è un po’ più speciale degli altri per chi ci segue: grazie alla collaborazione tra Sentiero e Incendio, le prime 5 persone tra voi che si iscriveranno, potranno ottenere uno sconto sulla quota di partecipazione allo Script Lab (Presto arriveranno notizie più approfondite sui nostri canali social).
Ma basta chiacchiere, continuate a leggere!
BANDI IN SCADENZA
Ne abbiamo parlato nella newsletter precedente. L’avevi letta, vero?
Scary - Christmas “Story Challenge”: in occasione dell’inaugurazione della nuova divisione Monster house, la casa di produzione Alcor film promuove uno script contest aperto a chiunque voglia cimentarsi nella scrittura di storie horror o thriller originali e moderne che si ispirino all’attualità. Per partecipare al concorso è necessario inviare un concept, un soggetto o la sceneggiatura di un film. La scadenza, inizialmente prevista per il 6 gennaio, è posticipata al 6 febbraio.
Dai forma alle tue idee: si tratta di una masterclass con aperitivo con la sceneggiatrice e docente Sofia Pietraroia che si terrà a Roma il 23 febbraio dalle 16 alle 19. Chi è interessato può iscriversi inviando un concept di max 1000 battute all’indirizzo mail oneshotproduzioni2020@gmail.com entro il 13 febbraio.
Premio Franco Solinas 2025: è un prestigioso concorso internazionale per progetti di lungometraggio destinati al cinema e alle piattaforme multimediali. Ciascun partecipante al concorso deve iscriversi in forma anonima e può presentare un massimo di due soggetti. È possibile inoltrare la propria candidatura come singoli autori oppure in gruppo. Il costo di iscrizione è di €120 per ogni opera presentata. Il termine previsto per presentare la propria candidatura (inizialmente previsto per la fine di gennaio) è stato posticipato: adesso i progetti vanno inviati entro le ore 24 del 12 febbraio via web ed entro le 24 del 13 febbraio in busta chiusa.
Dalla parola allo schermo: è un concorso per progetti di sviluppo e scrittura di lungometraggi, cortometraggi e serie audiovisive che siano ambientate nel territorio laziale. Possono presentare la propria candidatura tutti gli sceneggiatori e le sceneggiatrici maggiorenni che siano residenti nella regione Lazio. La domanda di partecipazione va presentata entro il 14 febbraio.
Sentiero Script Lab 2025: è un laboratorio intensivo di scrittura cinematografica dedicato a sceneggiatori, registi e videomaker emergenti di età compresa tra i 23 e i 35 anni. Il ciclo di workshop, che si terrà dal 10 al 15 marzo a Prato presso le Manifatture Digitali Cinema, è garantito a un massimo di 15 partecipanti: per essere selezionati, è necessario inviare obbligatoriamente sinossi e soggetto del o dei propri progetti (è possibile iscriverne più di uno) e facoltativamente sceneggiatura di un progetto precedente (anche non realizzato) e link a un progetto precedente realizzato. In caso di selezione, la quota di partecipazione è di €700 La candidature vanno inviate entro il 15 febbraio.
Riff pitch lab: è un laboratorio per lo sviluppo di documentari di registi under 35 con la nazionalità in uno dei 28 Paesi membri dell’Unione Europea. Il bando ha due categorie: Open Stories (per progetti di forte impatto sociale che guardano alla contemporaneità) e Green&Blue (per opere che parlano di salvaguardia ambientale e protezione dei mari). I 6 progetti selezionati (3 per sezione) prenderanno parte a un laboratorio guidato da professionisti del cinema di livello internazionale e poi saranno presentati nel corso del Riviera Film Festival 2025 (7-8-9 maggio a Sestri Levante). Chi voglia partecipare deve compilare il form online entro il 16 febbraio.
EsoDoc (European Social Documentary): è un training intensivo della durata di 8 mesi rivolto ai professionisti e alle professioniste dell’audiovisivo provenienti da Paesi dell’Unione Europea e non. Si tratta di un laboratorio pensato per autori, registi e produttori impegnati nel campo sociale, politico, ambientale e dei diritti umani che vogliano sperimentare nuove forme documentaristiche. La quota di partecipazione è di €1800, ridotta a €900 per chi proviene da alcuni Paesi (la lista completa è presente sul sito). La deadline per l’iscrizione è il 20 febbraio.
Contest La realtà che “NON” esiste: è un contest promosso da One More Picture e Rai Cinema e rivolto a sceneggiatori e sceneggiatrici under 35 interessati a esplorare nuovi linguaggi narrativi e digitali. Ogni edizione si sviluppa attorno a un tema di particolare rilevanza sociale: quello scelto quest’anno è Io, nessuno o Centomila, ovvero un invito di ispirazione pirandelliana a riflettere sulla frammentazione dell’identità nell’era digitale. Gli elaborati da presentare, in particolare i soggetti, devono avere potenzialità di transmedialità e di realizzazione in formati diversi (es: VR, social story, videomapping, scatti fotografici e altro). La deadline per l’iscrizione è fissata al 21 febbraio.
Se, però, hai bisogno di un po’ più di tempo, ci sono anche i
BANDI A BREVE TERMINE
Mi raccomando a non ridurti all’ultimo…
In progress MFN: è un laboratorio di sviluppo rivolto a giovani autori e autrici, registi e registe italiani o residenti in Italia che abbiano già realizzato un progetto audiovisivo presentato pubblicamente. Il workshop, della durata di 5 mesi, è promosso dalla Milano Film Network. Chiunque sia interessato può presentare il proprio progetto (insieme al resto del materiale richiesto nel form online) entro il 18 marzo.
Una storia per il cinema: si tratta di un concorso letterario rivolto a case editrici, autori e autrici e dedicato a opere teatrali, racconti e sceneggiature di qualsiasi genere che abbiano un potenziale cinematografico. Per partecipare, è necessario compilare il form online con tutto il materiale richiesto entro il 31 marzo.
Pitch Stories Pathos: è un evento dedicato alla presentazione di progetti audiovisivi. Possono partecipare sia professionisti e professioniste del settore cinematografico che nuovi talenti emergenti: l’evento offre una piattaforma in cui presentare idee, ricevere feedback e ottenere supporto per lo sviluppo, la produzione e la distribuzione dei propri progetti. I progetti da presentare devono rientrare nelle seguenti categorie: short film (durata max. 20 minuti); short documentary (documentari brevi della durata di 30 minuti); documentary (documentari di durata compresa tra i 31 e i 70 minuti). La scadenza per inviare le proprie candidature è il 15 marzo.
Biennale College Cinema 2025: è la 14esima edizione del laboratorio di alta formazione promosso dalla Biennale del Cinema di Venezia e dedicato a cineasti emergenti: lo sviluppo è sviluppare e realizzare nel corso di un anno dei lungometraggi micro budget. Verranno inizialmente selezionati 8 progetti di lungometraggio a micro budget che saranno invitati a partecipare a un primo workshop di sviluppo in lingua inglese dal 3 al 7 luglio (a cui seguiranno ulteriori scremature). Possono partecipare solo team composti da registi e produttori di nazionalità italiana senza limiti d’età. Le domande di partecipazione vanno presentate entro il 14 aprile.
Per concludere la nostra selezione, comincia a tener d’occhio i
BANDI DA MONITORARE
Premio Internazionale Mattador: 16esima edizione del premio per la sceneggiatura dedicato alla memoria del giovane talento Matteo Caenazzo, si rivolge a sceneggiatori emergenti italiani e stranieri di età compresa tra i 16 e i 30 anni. Il premio si articola in 4 sezioni: migliore sceneggiatura per lungometraggi, miglior soggetto, miglior progetto di serie tv e migliore storia raccontata per immagini. Per partecipare, è necessario presentare la propria candidatura tra il 15 febbraio e il 14 aprile.
Premio Solinas Experimenta Serie: concorso nazionale con Percorso di Alta formazione che vuole selezionare e sviluppare progetti di serie innovativi. Nel 2024, il bando è uscito a inizio marzo e si è chiuso il 23 aprile.
Alcuni apriranno le selezioni a breve, altri verranno presto annunciati. Comincia a scaldarti!
Ricerche a cura di Mattia Guzzi e Alessio Pierazzi
Intervista ad Andrea Gatopoulos, regista di “A Stranger Quest”
A cura di Alessio Pierazzi e Matheo Heredia Gambetta
Dopo aver raccontato il suo esordio alla regia nella rubrica “Cenere e diamanti”, siamo lieti di ospitare Andrea Gatopoulos sui nostri canali per un’intervista.
Classe 1994, Andrea si avvicina in maniera amatoriale al cinema d’autore all’Università: in questo periodo fonda, insieme a Marco Crispano, l’associazione studentesca “Il Varco”. Con il tempo, “Il Varco” si avvicina sempre più al mondo del cinema e dell’editoria fino a consolidarsi, a partire dal 2021, come realtà indipendente attiva soprattutto nella produzione di cortometraggi. A oggi, “Il Varco” vanta la realizzazione di 31 corti e 4 lungometraggi che hanno partecipato ai prestigiosi festival del Cinema di Venezia, Cannes e Locarno. La loro missione è chiara: creare un cinema libero, svincolato dalle istituzioni, che si avvicini all’artigianato e alle arti più primitive, come la pittura.
Perché avete deciso di sposare questo approccio creativo?
E’ una sorta di protesta, perché oggi non si può pensare al film senza pensare alla sua produzione, che significa passare per tutta una sorta di modelli di censura moderni.
L'unico modo per immaginare un cinema veramente libero, capace di dialogare autenticamente con la realtà e con il momento storico in cui viviamo, è essere pronti, reattivi, veloci e indipendenti.
Per esempio, parlando di cortometraggi: se avessi aspettato i fondi del ministero, dal 2021 a oggi non ne avrei realizzato neanche uno. Mettiamoci poi che in Italia non c'è una grande coscienza del mercato del cortometraggio, di come si vende, di come si monetizza, di che tipo di nicchie può impattare, di dove e come si può proporre un corto al mondo d’oggi. Questo è invece un settore in esplosione, almeno negli ultimi cinque anni. Io dico sempre che è molto meglio fare un corto di successo che un film che passa in sordina. Lo penso da tanti punti di vista: a livello economico, di reputazione e commerciale.
Parliamo di “A Stranger Quest”. Com’è nata l’idea del documentario?
“Stranger Quest” è nato perché, dopo il corto “Happy New Year Jim”, volevo fare un film sull’idea delle mappe e sul richiamo ancestrale verso l’ignoto che suscitano in noi. Mi chiedevo se, nel mondo dei satelliti, esistesse ancora questo tipo di interesse e mi sono messo a fare ricerche sull’argomento. Così mi sono imbattuta nel sito di David, (davidramsey.com), dove è presente una collezione di oltre 170 mila mappe antiche digitalizzate. David ha deciso di dedicare la propria vita a un'ossessione così particolare e in controtendenza alla realtà con una gioia che per me non è solo contagiosa, ma anche commuovente perché si capisce che ha dato un senso profondissimo al suo girovagare.
Ho deciso di dedicare il mio primo film alla storia di David e a cosa significa dedicare la propria vita a un'ossessione così particolare e in controtendenza con la realtà perché in fondo non è troppo diverso da quello che facciamo noi: ci occupiamo di ricerca cinematografica, che è una materia molto di nicchia e sempre meno al centro dell'attenzione. Ci dedichiamo anima e corpo a questa cosa per tutta la vita.
Come avete gestito le riprese?
David è una persona anziana e non poteva fare un set di 5 ore al giorno, quindi abbiamo dovuto girare in tempi ristretti e con il minimo indispensabile. Però ha una capacità di articolazione molto ampia, infatti il film è completamente improvvisato – monologhi inclusi. Per questo ho inventato un linguaggio registico che potesse essere al contempo strutturale e diegetico, nel senso che è un film che si legge un po' come una mappa, dove la camera è sempre in un punto quasi cartografico: si può vedere tutto l'ambiente e si può tracciare una sorta di mappa della scena. Il film si legge un po' come si legge un atlante, perché il film non stacca, quindi hai tempo di scannerizzare l'immagine, di guardare diversi angoli, di concentrarti sui dettagli.
Non abbiamo mai ripetuto nulla nel film. Era un po' il dogma: una inquadratura, one take, tutto improvvisato. Ci siamo riusciti, anche se ovviamente il ritmo della narrazione ne ha risentito. Oggi, tra l'altro, solo due anni dopo l'uscita del film, con l'intelligenza artificiale, avrei potuto fare tutta una serie di tagli che nessuno avrebbe potuto vedere e che mi avrebbero permesso di togliere dal film una decina di minuti, quindi di velocizzare un po' il ritmo, di togliere alcuni lunghi momenti vuoti che ci sono nei dialoghi e di farlo ancora più denso.
Che tipo di possibilità offre oggi l'intelligenza artificiale?
La tecnologia attuale offre la possibilità di rompere con lo status quo, aprendo la strada a una nuova avanguardia cinematografica. L’IA si presta molto al cinema d'autore, a una autorialità sconnessa, a linguaggi che non hanno bisogno di un découpage preciso e quindi ti lasciano più libero di spaziare e di volare da un'immagine all'altra in maniera poetica. La cosa paradossale è che la tecnologia più capitalista che si potesse immaginare, cioè l'IA, libera in realtà l'immagine dai suoi presupposti strutturali e produttivi. Potenzialmente potrebbe essere l'unica soluzione possibile per superare l’impasse di un cinema che non può prescindere dai finanziamenti e quindi non può prescindere dalle forme di censura, che in Occidente si stanno facendo più intense.
Come la utilizzi in fase di scrittura?
Recentemente ho usato ChatGPT per accelerare la scrittura di una sceneggiatura. Una volta spiegato all’IA il mio stile, il tono desiderato e, dopo avergli fornito documenti di supporto, il processo è diventato molto più rapido. Puoi arrivare a scrivere delle storie, anche complesse, nel tuo stile, mantenendo tutta la tua creatività, però invece di metterci tre settimane ci metti tre giorni. Ovviamente, il risultato va sempre supervisionato perché senza un intervento umano, l’IA tende a semplificare troppo e manca di sfumature, rischiando di rendere il testo sterile.
Cosa può offrire l’IA ai cineasti del futuro?
L'idea è quella di fare dei film molto più grandi, di raccogliere delle sfide molto più ambiziose e usare l'IA per potersele permettere. Credo che l'IA arriverà a liberarci da quella che è l'epidemia mondiale dell'autofiction. Cioè un'epidemia di storie individualistiche che non hanno una visione storica e che non sfidano lo status quo. Invece utilizzare le IA oggi significa potersi permettere di nuovo storie che hanno epica, narrativa, profondità storica e sono stratificate. Ci sono pochissimi autori che fanno questa cosa al mondo. Un autore tipo Kurosawa oggi non esisterebbe. Chi finanzierebbe Ran o Playtime di Jacques Tatì? Chi finanzierebbe questi film che hanno grossi dispendi di risorse e che non possono garantire quel tipo di ritorno? Probabilmente nessuno.
Come possiamo porci, allora, nei confronti di queste innovazioni?
In un mondo che accelera sempre di più, anche il cinema deve rispondere con prontezza all'isteria della storia e l'IA può giocare un ruolo in questo processo. Il capitalismo, impossibilitato a espandersi all'infinito nel mondo fisico, a causa di limiti naturali, risorse finite e conflitti, punta ora a colonizzare la nostra interiorità. Questo avrà conseguenze sull'arte, spingendola verso una velocità estrema. Tuttavia, a me interessa produrre con questa capacità reattiva. Un film non deve cadere nella trappola della superficialità: deve andare in profondità, ma con un approccio rapido e slegato dalle tempistiche rigide dell'industria. Deve essere come una Polaroid: istantaneo e incisivo. È proprio questo tipo di approccio che cerco di perseguire.
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Lì ti aiuteremo a tenere d’occhio i bandi man mano che si aprono. Ma ci divertiamo anche con qualche simpatica rubrica sul mondo del cinema, tipo