«Il suo sogno era già dietro di lui, da qualche parte in quell’enorme oscurità oltre la città, dove i campi della Repubblica bruciavano con il fuoco morto di cento uomini.»
Il grande Gatsby, 2013
È aprile e a Torino, inspiegabilmente, c’è il sole. Ogni cosa, nel mio mondo, è di colpo al suo posto.
Sono meteoropatica? Sì, ma anche in buona compagnia. Scriveva meravigliosamente (in un testo di critica che sto decontestualizzando solo per avvalorare la mia tesi) Virginia Woolf: “È un’età sterile ed esausta, ripetiamo; dobbiamo voltarci a guardare il passato con invidia. Frattanto è una bella giornata di inizio primavera. La vita non è totalmente priva di colore.”
In ogni caso, spero che il bel tempo non vi piaccia quanto a me e Virginia Woolf: con 11 bandi in scadenza entro la fine del mese, non è proprio il momento di stendersi al sole in panciolle. Forse è il caso di sperare che ricominci a piovere?
BANDI IN SCADENZA
Di alcuni abbiamo parlato nella newsletter precedente, altri si sono appena aggiunti: ci piace tenervi sulle spine fino all’ultimo!
Una storia per Emergency: si tratta di un concorso rivolto a giovani tra i 18 e i 30 anni e promosso da Emergency nell’ambito delle iniziative per la promozione della pace. Chi è interessato deve inviare il soggetto creativo di un cortometraggio che tocchi i temi di: ripudio della guerra, promozione della cultura della pace e tutela dei diritti umani come antidoto alla guerra. Le candidature vanno inviate entro il 7 aprile.
Dolmen: Short Film Contest: è una residenza artistica rivolta a 10 giovani cineasti organizzati in 5 coppie. L’iniziativa, alla sua prima edizione, è promossa da Wellsee in collaborazione con i comuni di Minervino di Lecce e Giuggianello e ha come obiettivo quello di valorizzare il territorio salentino attraverso i 5 cortometraggi (uno per ogni coppia) che saranno prodotti durante la residenza: questi corti avranno come argomento la rivalutazione delle tradizioni e della vita di comunità del luogo. Chi è interessato deve inviare la propria candidatura (il modulo per la domanda è scaricabile in coda al bando) entro il 10 aprile.
Premio Solinas Experimenta Serie: concorso nazionale con Percorso di Alta formazione che vuole selezionare e sviluppare progetti di serie innovativi della durata di 25 min e realizzare il pilota di serie con un budget fino a €120.000. I progetti vanno inviati entro le ore 24 del 14 aprile via web ed entro le 24 del 15 aprile in busta chiusa.
Biennale College Cinema 2025: è la 14esima edizione del laboratorio di alta formazione promosso dalla Biennale del Cinema di Venezia e dedicato a cineasti emergenti: lo sviluppo è sviluppare e realizzare nel corso di un anno dei lungometraggi micro budget. Verranno inizialmente selezionati 8 progetti di lungometraggio a micro budget che saranno invitati a partecipare a un primo workshop di sviluppo in lingua inglese dal 3 al 7 luglio (a cui seguiranno ulteriori scremature). Possono partecipare solo team composti da registi e produttori di nazionalità italiana senza limiti d’età. La scadenza, prevista per la fine di marzo, è stata prorogata a metà aprile. Le domande di partecipazione vanno presentate entro il 14 aprile.
Premio Internazionale Mattador: 16esima edizione del premio per la sceneggiatura dedicato alla memoria del giovane talento Matteo Caenazzo, si rivolge a sceneggiatori emergenti italiani e stranieri di età compresa tra i 16 e i 30 anni. Il premio si articola in 4 sezioni: migliore sceneggiatura per lungometraggio, miglior soggetto, miglior progetto di serie tv e migliore storia raccontata per immagini. Per partecipare, è necessario presentare la propria candidatura entro il 15 aprile.
Lo sceneggiatore - scrivere per il cinema: dall’idea al film: è un corso di sceneggiatura gratuito rivolto a persone residenti o domiciliate in Emilia Romagna. Le lezioni si svolgeranno nel periodo maggio - ottobre 2025, per un totale di 650 ore non consecutive: una buona parte di queste si terrà in aula tra Piacenza e Bobbio (in concomitanza con il Bobbio Film Festival). Le persone interessate devono allegare alla scheda d’iscrizione - oltre ai documenti - due elaborati: un’idea di film che prende piede da un’esperienza personale (5000 battute) e la scelta di un fatto di cronaca da cui prendere spunto per un soggetto cinematografico (3000 battute in cui si motiva la scelta). Al termine della selezione, saranno in 12 a essere ammessi. Le domande vanno presentate entro e non oltre il 16 aprile.
Corto Botanico: 96 ore film contest sulle piante e la città: si tratta di un concorso cinematografico che si svolge a Firenze in concomitanza con la Mostra Piante e fiori di primavera (26-30 aprile). Chi partecipa (singolarmente o a gruppi) dovrà ideare, girare e montare un cortometraggio di max. 9 minuti dedicato alle piante e al rapporto tra piante e città a partire da uno spunto floreale. Il termine ultimo per iscriversi è il 14 aprile.
Scenari Transalpini 2025: si tratta di un atelier per lo sviluppo di opere cinematografiche e audiovisive italo-francesi destinate a cinema, tv e web. Saranno selezionati 6 progetti (3 italiani e 3 francesi) che beneficeranno di un ciclo di incontri con esperti (italiani e francesi) in coproduzione, distribuzione e vendita internazionale. Al termine di questo percorso, le opere selezionate parteciperanno a una sessione di pitching pubblico. Le iscrizioni sono aperte fino al 18 aprile.
Pitch me!: Pierluigi de Mas 2025: è un concorso dedicato alla memoria dell’omonimo maestro di animazione e rivolto a progetti di opere di animazione. I requisiti per partecipare sono: la cittadinanza italiana e il diploma in una scuola di animazione conseguito non più di 5 anni fa (dall’estate 2020 in poi). La scheda di partecipazione con i relativi materiali richiesti può essere inviata fino al 18 aprile.
Premio Condor - Incanto Film Festival: è un percorso di sviluppo creato da Incanto Film Festival per giovani autori e registi, italiani o residenti in Italia, con l’obiettivo di valorizzare nuovi talenti nella sceneggiatura cinematografica. Alla fine del percorso laboratoriale - della durata di 4 mesi - verrà selezionato il miglior soggetto cinematografico. Le candidature vanno presentate entro il 28 aprile.
Saturnia Pitch: si tratta di una seduta di pitching organizzata negli ultimi due giorni (2-3 agosto) dell’ottava del Saturnia Film Festival (30 luglio - 3 agosto). Possono partecipare tutti gli sceneggiatori e le sceneggiatrici che abbiano un soggetto cinematografico di cortometraggio, lungometraggio di finzione o documentario breve o lungo e cerchino una casa di produzione. Per partecipare, bisogna inviare il proprio elaborato (correlato di tutto il materiale richiesto) entro il 30 aprile.
Se, però, hai bisogno di un po’ più di tempo, ci sono anche i
BANDI A BREVE TERMINE
Mi raccomando a non ridurti all’ultimo…
Shorts to future: è un percorso di mentoring realizzato all’interno dell’ottava edizione del Calabria Movie International Short Film Festival (Crotone, 1 luglio - 4 agosto). L’iniziativa è rivolta ad autori e autrici emergenti under-35 residenti in Italia con un progetto di cortometraggio da trasformare in un’opera prima di lungometraggio. Le domande di iscrizione vanno presentate entro il 31 maggio.
Per concludere la nostra selezione, comincia a tener d’occhio i
BANDI DA MONITORARE
Alcuni apriranno le selezioni a breve, altri verranno presto annunciati. Comincia a scaldarti!
Nuovo Imaie - Bando Cortometraggi: è un bando per l’accesso ai contributi promosso promosso da Nuovo Imaie ( Nuovo Istituto Mutualistico Artisti Interpreti Esecutori) per la realizzazione di cortometraggi. Nel 2024, le iscrizioni sono state aperte l’8 marzo.
Premio Solinas Documentario: si tratta della sezione documentaristica del prestigioso Premio Solinas. Lo scorso anno il bando è stato aperto durante il mese di aprile.
Bottega della sceneggiatura - Premio Solinas in collaborazione con Netflix: è un'iniziativa di Premio Solinas e Netflix rivolta a giovani autori e autrici che desiderano entrare nel mondo dell’audiovisivo e sviluppare storie per serie TV. L’anno scorso il bando era stato aperto a maggio.
Ricerche a cura di Mattia Guzzi e Alessio Pierazzi
Intervista a Valerio Vestoso, regista di “Essere Gigione”
A cura di Alessio Pierazzi e Matheo Heredia
Regista e sceneggiatore nato nel 1987, Valerio Vestoso si è fatto strada nel cinema da autodidatta, sperimentando fin da giovane con il montaggio e la regia. Lo abbiamo intervistato per parlare del suo documentario Essere Gigione, un ritratto sincero e senza filtri di Luigi Ciavarola, in arte Gigione, e del mondo che lo circonda.
Partiamo dalle origini: come sei arrivato al cinema?
Ho cominciato da bambino. Mio padre era un grande appassionato di cinema, anche se faceva tutt'altro mestiere. In casa avevamo una telecamerina VHS, che all'epoca era un oggetto piuttosto pregiato. Così ho iniziato a riprendere feste di famiglia e compleanni: ogni occasione era buona per mettermi dietro la videocamera.
I miei viaggiavano molto e mi portavano spesso con loro. Tornati a casa, montavo i filmini di viaggio con due registratori VHS e un mixerino, in modo del tutto artigianale. Il cinema mi sembrava un mondo lontanissimo, ma la passione cresceva. Negli anni Novanta tutto era ancora analogico, poi intorno al Duemila è arrivato il digitale. A quel punto ho iniziato a girare e montare piccoli lavori per TV private e video di matrimoni. Poco alla volta, ho scoperto i contest pubblicitari e ho cominciato a realizzare cortometraggi con un gruppo di amici.
Il tuo approccio iniziale è stato documentaristico. Come hai deciso, poi, di dedicarti alla fiction?
Sì, inizialmente era quello che potevo permettermi. Poi ho iniziato a coinvolgere amici che, spesso annoiati dalla vita di provincia, trovavano divertente realizzare piccoli corti a zero-budget. I corti e i festival sono stati la mia palestra. I premi dei festival, soprattutto quelli più piccoli, ti danno un riconoscimento sincero, senza pregiudizi, e questo mi ha dato la confidenza necessaria per continuare a sperimentare, o meglio, a divertirmi. Ho scoperto che molti altri, come Maccio Capatonda e Francesca Archibugi, hanno iniziato così, senza passare da scuole di cinema, e questo mi ha dato ancora più entusiasmo nel proseguire il percorso.
Com'è stata la tua esperienza nel mondo dei cortometraggi?
Ho realizzato molti corti rudimentali durante il liceo, soprattutto per divertirmi con gli amici. Poi ho investito tutti i miei risparmi in un corto chiamato Il mese di giugno, che però non ha funzionato come avrei voluto. Era un esercizio di stile, ma mi è servito per capire meglio la produzione. Con il senno di poi, è stato un percorso costellato di errori, ma che mi ha aiutato molto a crescere. Successivamente ho lanciato un crowdfunding per un altro corto, ma non abbiamo raggiunto la cifra necessaria: avevamo raccolto solo circa tremila euro. Per questo motivo, ho dovuto dire ai sostenitori che non ce l’avrei fatta, ma che avrei potuto scrivere un altro corto adatto al budget a nostra disposizione. Quindi ho realizzato Tacco 12, che è andato molto bene e mi ha un po’ aperto la strada.
Come sei passato dai corti a Essere Gigione?
Gigione mi ha sempre incuriosito: il suo volto era ovunque sui manifesti estivi nelle città. Ho iniziato a esplorare il suo mondo guardando video su YouTube, ma i pochi documentari esistenti non raccontavano ciò che mi interessava davvero. Io volevo mostrare il suo ambiente, non solo il personaggio. All'inizio ho proposto il progetto a diverse produzioni, ma non c'era grande interesse, forse perché ero ancora sconosciuto. Poi, la Cape Town di Camillo Esposito ha creduto nell’idea e abbiamo iniziato a svilupparla. Una sera ho incontrato Gigione e gli ho spiegato il progetto. Dopo otto mesi di silenzio, mi ha chiamato dicendo che era interessato. Per prima cosa, abbiamo realizzato un teaser da presentare al Ministero e, anche grazie a quello, abbiamo ottenuto i finanziamenti. Da lì, il documentario è decollato. Usavo solo una camera e un microfono e lo seguivo nei camerini, sul palco, nei momenti di vita quotidiana, per immergermi completamente nel suo mondo. Il rapporto di fiducia tra noi è stato fondamentale.”
Quanto sono durate le riprese?
Circa un paio d’anni, tra alti e bassi. Il periodo più intenso è stato sicuramente l’estate, ma abbiamo girato molto anche d’inverno, quando Gigione si esibiva nei ristoranti. È stato un lavoro faticoso, ma anche molto divertente, soprattutto per il contatto con il suo pubblico, che è molto più variegato di quanto si possa immaginare. Non volevo realizzare un classico documentario in cui Gigione si racconta davanti alla telecamera. Il film è un viaggio on the road, serrato e istintivo. Mi ha affascinato molto riprendere quel mondo di provincia, immerso nella nebbia, con locali squallidi dietro ai neon colorati. Era affascinante vedere Gigione cambiarsi in bagni umidi e pieni di muffa. Più andavo avanti, più mi convincevo di aver fatto la scelta giusta, soprattutto perché quei locali dove suonava stanno ormai chiudendo. La fauna artistica che popolava quei posti è scomparsa e Gigione è rimasto solo.
Com’è stato accolto il film?
All'inizio ci fu una sorta di battaglia con una parte della critica più intellettuale, che guardava con sospetto al progetto. C'era un pregiudizio di fondo: l'idea che il mondo delle sagre non potesse essere culturalmente interessante. Appariva come un ossimoro, qualcosa di inconciliabile. In realtà, per me era esattamente il contrario: quel mondo racchiude in sé una grande cultura, è una lente d'ingrandimento straordinaria su un certo tipo di pubblico e su certe dinamiche sociali. Gigione è stato un pretesto per raccontare qualcosa di molto più grande, senza giudizi né etichette. Non volevo dipingere lui o il suo pubblico con uno sguardo distaccato o condiscendente, ma immergermi nella loro realtà con curiosità e rispetto. E infatti, molti critici si sono poi ricreduti, anche pubblicamente. É proprio così che dovrebbe funzionare il cinema: si guarda un film e poi si giudica, non il contrario. Alla fine, sapevamo che sarebbe comunque stato un progetto divisivo: Gigione è un personaggio ambiguo, difficile da incasellare, e questo ha reso tutto ancora più interessante.
Dopo Essere Gigione, hai girato il cortometraggio Le Buone Maniere, che ha avuto un ottimo riscontro, e poi sei passato alla regia della serie Vita da Carlo. Com’è stato questo ulteriore salto?
Le Buone Maniere era stato selezionato al Cortinametraggi, ed è stato notato da Nicola Guaglianone, creatore di Vita da Carlo. Poco tempo dopo, Luigi De Laurentiis cercava un regista per la seconda stagione della serie e ha organizzato un casting, visionando diversi reel, tra cui il mio. Non avevo esperienza con serie o film, ma qualcosa nel mio lavoro deve averli colpiti, forse la mia capacità di gestire la commedia e la messa in scena, aspetti fondamentali del progetto. È stata una sfida enorme: il primo giorno di set, davanti a una macchina produttiva così strutturata, mi sono sentito scombussolato. Gestire una troupe di novanta persone e lavorare con attori del calibro di Carlo Verdone è completamente diverso rispetto a girare cortometraggi. Ma poi ti butti e alla fine riesci a portare a termine il lavoro."
Come hai gestito la collaborazione con Carlo Verdone?
Carlo è stato molto generoso, mi ha concesso spazio alla mia visione e siamo entrati subito in sintonia. Il suo stile si è fuso con il mio approccio più moderno e dettagliato, creando un equilibrio che ha reso il lavoro molto stimolante. È stata un’esperienza meravigliosa, che sicuramente influenzerà il mio prossimo progetto, che spero sarà qualcosa di più piccolo e personale.
Credi che il linguaggio televisivo in Italia si stia modernizzando?
La scrittura è tutto. Se si vuole innovare bisogna partire da lì: servono soggetti forti, dialoghi ben costruiti e storie che non tradiscano lo spettatore. La parte visiva conta, ma senza una solida base narrativa non si va lontano. E poi serve insistenza. Bisogna trovare produttori disposti a rischiare. È vero che le grandi produzioni puntano spesso su autori già affermati, ma nelle realtà più piccole e indipendenti c’è ancora spazio per sperimentare e proporre qualcosa di nuovo.
Che consiglio daresti ai giovani che vogliono entrare nel mondo del cinema e della TV?
Non scendete a compromessi facili. Difendete le vostre idee, perché è l’unico modo per evitare di realizzare prodotti tutti uguali. La perseveranza e la qualità della scrittura fanno davvero la differenza.
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Lì ti aiuteremo a tenere d’occhio i bandi man mano che si aprono. Ma ci divertiamo anche con qualche simpatica rubrica sul mondo del cinema, tipo